Il mio sforzo come scrittrice è quello di urlare con Nelly Sachs al nostro tempo:

non distruggete l’universo delle parole

Foto: D. Wriedt

Elisabeth Melzer-Geissler durante i giorni letterari ad Elmshorn in Schleswig-Holstein

Noi scrittori condividiamo il desiderio comune di formulare parole e pensieri con chiarezza, ma con le nostre emozioni, i dubbi e le contraddizioni, con la nostra indignazione e il nostro dolore per la realtà, con la gioia del presente e con la speranza per il futuro, per realizzarli ciascuno a proprio modo. Se ci impegniamo a fondo in questa causa comune, creeremo e troveremo un mondo nuovo.

A prescindere dall’attuale tendenza di sviluppo sociale, vorrei ricordare la città fieristica di Lipsia, che Johann Wolfgang Goethe, studente di Francoforte sul Meno, considerava la piccola Parigi. Perché?

Talvolta i cittadini di Lipsia avevano investito nella cultura il loro abbondante reddito derivante dalle attività economiche e dal commercio mondiale, perché a quel tempo sembrava che ne sapessero abbastanza:

Promuovere la cultura e l’istruzione non è un’impresa in perdita,
ma un investimento utile per il futuro.

La cultura diventerà un guadagno duraturo per noi e per coloro che verranno dopo di noi, non solo in senso materiale, ma anche in questo senso.

Scrivo:

 

Progetto attuale:

Il libro su IGOR MITORAJ

La descrizione del progetto

Il libro su Igor Mitoraj (* 1944 Oederan in Sassonia + 2014 Parigi), uno dei più importanti scultori contemporanei, si basa su tre livelli:

> Le esperienze di viaggio della narratrice in prima persona, come filo conduttore, portano in un periodo di tre anni ai luoghi di residenza dell’artista e a diverse sedi espositive per le sue opere in Germania, Italia, Polonia e persino a Parigi.

> Simile ad un collage, vengono inserite le ricerche prima e parallelamente al viaggio, le riflessioni sugli eventi sociali attuali e sui fatti storici.

> Nuove scoperte su Mitoraj, la sua biografia e le sue opere vengono aggiunte dopo ogni viaggio come “tasselli di mosaico” nel libro.

 

Il mio background personale

Un giorno una mia amica mi ha dato un vecchio articolo di giornale e mi ha detto: “Tu scrivi sulla nostra città. Sai che un famoso artista è nato lì durante la guerra?” Quel titolo di giornale che si riferiva a Mitoraj, “Il famoso sconosciuto di Oederan”, ha messo in moto la mia ricerca: come posso trovare una traccia della vita dell’artista, apparentemente famoso in tutto il mondo, ma quasi sconosciuto nella sua città natale? Come faccio a trovare persone, amici, ex alunni che possono parlarmi di lui? Come faccio a trovare i suoi parenti? Dove nel mondo posso trovare le sue opere? All’inizio ho fatto ricerche in internet. Ho iniziato ad imparare l’italiano perché non volevo solo guardare l’arte di Mitoraj in mini-formato sul computer, ma vederla in realtà e perché volevo inseguire le sue tracce, la sua vita passo dopo passo sul posto. I miei primi viaggi mi hanno portato in Italia, poi in Polonia e la mia destinazione finale è stata Parigi. Nel 2017, nella vasta area di Pompei, tra i resti della città scomparsa, intuii qualcosa dell’essenza dell’artista nelle sue sculture impressionanti. Nelle sue opere d’arte Mitoraj rompe la forma classicamente perfetta dell’antichità, anche se ne integra la bellezza. La sua arte diventa così il simbolo del nostro tempo, perché riflette la profonda spaccatura della nostra umanità.

 

Igor Mitoraj è nato in Sassonia nel 1944, figlio di una donna polacca costretta ai lavori forzati e di un prigioniero di guerra francese. Io ho trascorso la mia infanzia nel suo luogo di nascita. L’artista è cresciuto in Polonia dopo la fine della seconda guerra mondiale e ha vissuto a Parigi a partire dal 1968. L’Italia divenne il suo paese d’adozione.

Ho viaggiato nei luoghi più importanti per l’artista e li ho descritti nel libro:

Il tutto inizia con il mio volo in Italia nella primavera del 2016 – senza alcuna conoscenza delle lingue – e termina tre anni dopo, prima dell’incendio di Notre Dame, a Parigi.

Non cronologicamente, ma come nel viaggio vero e proprio, le finestre si aprono gradualmente al lettore sulla biografia di Mitoraj e sul suo lavoro, incastrandosi in un mosaico multicolore. Completano il testo le illustrazioni delle sue opere, le foto della famiglia Mitoraj e del mio viaggio nei luoghi dove lo scultore ha vissuto. Come punto culminante, percorro nel libro l’antica Pompei, dove nel 2017 sono state esposte una trentina di sculture dell’artista. Il regalo più prezioso che ho ricevuto dai miei viaggi dopo il ritorno a casa è: in molti luoghi visti gli sconosciuti sono diventati amici.

 

Le impressioni attraverso il lavoro di Igor Mitoraj

Come si sentiva chiaramente a Pompei: l’arte di Mitoraj è un grande simbolo del nostro tempo perché riflette la profonda spaccatura della nostra umanità. Il suo lavoro è l’espressione della bellezza nella sua vulnerabilità. O è il contrario? Anche l’apparentemente incompleto è perfetto: nel dettaglio e nella possibilità del suo sviluppo da parte dell’osservatore. Queste opere moderne ci pongono domande alle quali dobbiamo trovare noi stessi le risposte.

I torsi creati da Mitoraj sono un impulso a diventare creativamente attivi, a riconoscere il passato e a contribuire a plasmare da esso un futuro più umano.

Il nostro mondo ha bisogno di sogni, vere e proprie utopie come si possono trovare nell’arte di Mitoraj. La nostra società non può svilupparsi senza visioni del futuro. Solo guardando oltre il nostro orizzonte possiamo costruire un futuro più umano.

 

La letteratura e le fonti

> Conversazioni con Igor Mitoraj. L’enigma della pietra di Costanzo Costantini, Editore

Il cigno edizioni Roma 2004.

> Igor Mitoraj. Skulpturen – Sculptures – Sculptures – Rzeżby. Ufficio federale degli affari esteri Berlino 2013, 50 anni dopo il Trattato dell’Eliseo.

> Mitoraj a Pietrasanta. Comune di Pietrasanta, San Marco Litotipo, Badia di Cantignano (LU) 2013.

> Mitoraj a Pompei. Scavi Archeologici di Pompei. 15 maggio 2016 – 8 gennaio 2017. Fondazione Terzo Pilastro. Italia e Mediterraneo.

> Lavoro forzato e di stranieri in Sassonia 1939-1945. Pubblicazione dell’amministrazione dell’archivio sassone. Contributi a un colloquio a Chemnitz il 16 aprile 2002 e volume che accompagna una mostra congiunta dell’Archivio di Stato sassone. Archivio di Stato sassone di Lipsia. Editore Gerald Kolditz e Jörg Ludwig. Mitteldeutscher Verlag 2002.

> Lavoro forzato sotto la svastica. Lavoratori civili stranieri, prigionieri di guerra e prigionieri del Reich tedesco e dell’Europa occupata 1939-1945 di Mark Spoerer. Deutsche Verlags-Anstalt GmbH Stuttgart Monaco 2001.

Ho anche studiato i seguenti cataloghi e alcuni libri illustrati, tra i quali

> Igor Mitoraj. Bellezza – Un’utopia rotta. Piekno – Zraniona Utopia a cura di Klaus Wolbert, Institut Mathildenhöhe, Darmstadt 2002; Die GALERIE Francoforte a. M.; Muzeum Narodowe w Warszawie.

> Igor Mitoraj. Sculture. Sculture

> Igor Mitoraj ed. Die GALERIE Francoforte a. M.; 1998, catalogo con testi sulla mostra di Pietrasanta e altri cataloghi.

 

Ho fatto ricerche su Internet, ho viaggiato in alcuni dei luoghi di residenza dell’artista e ho avuto conversazioni con amici e familiari sul posto.

A Pietrasanta sarà inaugurato un museo su Igor Mitoraj in collegamento a un centro culturale internazionale. È inoltre previsto un catalogo completo delle sue opere.

 

Il programma

Il libro in tedesco è già disponibile dal 2020. La traduzione in italiano è in lavorazione.

La mia intenzione

Il mio scopo è di far familiarizzare le persone con l’arte e la vita di Mitoraj.

Lo scultore amava scegliere il luogo per i suoi torsi nel bel mezzo della vita quotidiana di una città, dove diventano un impulso a sfondare il quotidiano, a sfidare le domande, dove ci ispirano ad attraversare la vita con apertura. Oppure sono in un paesaggio con vista in lontananza e quindi punto oltre il nostro orizzonte. Auguro ai lettori questa visione a distanza. Con questo libro voglio anche raggiungere persone che non sono specialisti d’arte, ma che tentano di rompere i confini del proprio mondo di esperienza.

La situazione di milioni di lavoratori forzati e prigionieri di guerra durante il nazionalsocialismo occuperà uno spazio appropriato, anche se limitato, all’interno del libro. Mitoraj è nato nella seconda guerra mondiale, entrambi i genitori erano prigionieri in Germania. Questo ha lasciato tracce nella sua vita e nelle sue opere d’arte. Ben pochi di noi sanno in quali circostanze disumane – a parte gli innumerevoli omicidi di concittadini ebrei e di altri civili – altri milioni di persone hanno sofferto e sono morte lontano dalla loro patria o hanno dovuto lavorare nelle condizioni più dure in Germania. Altri milioni erano alla mercé della follia razziale dell’era nazista, più o meno forti o più miti a seconda della loro nazionalità, custoditi da coloro che di solito hanno perso ogni senso dei nostri valori e della nostra dignità umana.

Forse è per questo che il sogno dell’artista di un mondo più armonioso e di piena bellezza era così forte. Le opere di Mitoraj sono un impulso continuo a volare come Ikaro o Ikaria verso il sole, nonostante le ali rotte.

 

(Elisabeth Melzer-Geissler. Traduzione di Ilenia Faroldi)